mercoledì 27 maggio 2020

Step 06 - LA TINTURA NELLE PAGINE DELLA PROSA

In questo articolo intraprenderemo un percorso attraverso la letteratura narrativa alla ricerca di riferimenti all'azione tintoria e a tutte le sue accezioni e significati, esponendo paragrafi derivati direttamente dalle pagine dei romanzi.




<<La lana andava pulita, asciugata e smistata. William si concentrò bene. Battere con il lupo, cardare in grosso, oliare, scardassare, ritorcere; cercò di affidare tutto alla memoria. "Certe volte da qui passa alla tintoria per essere tinta come lana, ma siccome può andarci anche come tessuto finito, ne riparliamo dopo." >>

<<Era lì per un motivo soltanto: godersi il colore.
Paul lo salutò.
"Ha mai visto un cremisi migliore, signor Crace?"
"Direi proprio di no."
"Nemmeno io, né qui né altrove."
Appoggiato alla soglia della tintoria, Lowe in persona era uscito a vedere come stava asciugando il suo colore.
"E' abbastanza luminoso per lei, signor Bellman?" chiese.
"Acceca, signor Lowe."
Lowe chinò la testa e tornò nella tintoria.>>


Diane Setterfield - "Le nere ali del tempo" (2013)







<<Se solo, poniamo, fosse riuscito a trovare un vestito da bambino molto grande, avrebbe potuto tagliare quell'orribile barba lunga, tingere di castano i capelli bianchi e riuscire così a nascondere il peggio, preservando un po' della sua dignità.>>

<<A quel tempo Roger Button aveva cinquant'anni e si trovava molto bene con Benjamin. In effetti i due sembravano coetanei, anche perché il ragazzo non si tingeva più i capelli che ora erano grigiastri, proprio come quelli del padre. Molti li scambiavano per fratelli.>>


Francis Scott Fitzgerald - "Il curioso caso di Benjamin Button" (1922)









<<Fuori c'è il sole, un sole di mattina presto senza aver dormito. E' diverso da quello che si vede dopo una notte di sonno. E' più intimo e dolce, più languido. Dopo il buio è venuta l'alba a tingere di violetto i muri dei palazzi, poi il viola è diventato arancione e infine dall'orizzonte è salito il sole.>>


Alfredo Colitto - "Café nopal" (2005)







martedì 26 maggio 2020

Step 05 - ED ORA... I CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

La frase citata riprende uno dei bumper pubblicitari più famosi del nostro paese e introduce l'argomento che tratteremo in questo articolo. Ormai divenuta una consuetudine televisiva e del Web, la pubblicità riguarda qualsivoglia settore produttivo, e l'industria tintoria non fa eccezione.

Ecco allora illustrati alcuni esempi di manifesti e spot, buona visione!


Tintura tessuti: Super Iride







Non solo tessuti:

Tintura per capelli donna

Tintura per capelli e barba uomo




venerdì 22 maggio 2020

Step 04 - MITOLOGIA E TINTURA

L'arte tintoria è subordinata alla materia prima utilizzata per produrre le diverse colorazioni ed è molto interessante la loro storia dal punto di vista mitologico. In questo articolo, quindi, analizzeremo i racconti riguardanti l'origine di alcuni dei pigmenti più utilizzati:


PORPORA

Nella mitologia fenicia la scoperta della porpora viene attribuita al cane di Tyros, moglie del dio Melqart e patrona della città di Tiro: un giorno, camminando lungo la spiaggia, i due notarono che il cane stava mordendo un mollusco spiaggiato. Più mordeva il mollusco, più la bocca dell’animale si colorava di viola: Tyros fece quindi realizzare un abito colorato con il pigmento del mollusco, dando inizio all'industria della porpora fenicia.

Anche il mito greco lega l’origine del pigmento ai Fenici. Il merito sarebbe stato di Eracle (probabilmente nome con cui i greci identificavano lo stesso Melqart), che l’avrebbe usata per tingere il mantello del leggendario re fenicio Phoenix di Tiro. Il re, incantato dalla bellezza di quel colore, avrebbe decretato che da allora in poi solo i sovrani avrebbero avuto il diritto d’indossare indumenti di porpora.

Eracle, meglio conosciuto come Ercole per l'antica Roma


ZAFFERANO

Nella mitologia romana lo zafferano viene ricordato perché Mercurio, dio protettore dei commerci e dei guadagni, durante una competizione sportiva, sbagliò un lancio ed il suo pesante disco colpì a morte il suo fraterno amico Crocus. Mercurio, affranto dal dolore e dal rimorso, fece tingere con il sangue della sua vittima il fiore della pianta, in modo che egli venisse ricordato per l'eternità.

Nella mitologia  greca  possedeva invece una valenza erotica: il dio Hermes, consigliere degli innamorati, risvegliava il desiderio sessuale servendosi di questa spezia.
La nascita della stessa è dovuta all'amore ardente tra Croco, un bellissimo giovane mortale, e la ninfa Smilace, favorita dello stesso dio. Egli, per vendetta, trasformò i due amanti: lui nella pianta dello zafferano e lei in quella della smilax aspera, ovvero la salsapariglia.


CAMOMILLA

Nella mitologia egiziana, il fiore della camomilla era dedicato a Ra, gran dio del sole, ed era venerato per le sue grandi capacità medicamentose e cosmetiche, ma soprattutto perché capace di sanare la febbre della malaria.


MELOGRANO

I racconti su questa pianta sono molteplici, tutti di origine greca. Una leggenda vuole che sia stata Afrodite a piantare nell'isola di Cipro il primo melograno, che da allora le divenne pianta sacra, mentre un'altra tradizione vuole che la pianta sia nata dal sangue di Dioniso.
Un’ulteriore leggenda associa il frutto alla costellazione di Orione. Al tempo aitante cacciatore, si narra che egli avesse spostato Side, vanitosa al punto tale da considerarsi più bella perfino di Era e da sfidarla. La giovane venne però punita dal marito che la scaraventò nell'Ade, dove si trasformò in pianta di melograno. Una variante di questa storia racconta che Side, per sfuggire agli oltraggi del padre, si uccise. Gli dei, pietosi sulla sua tomba, vi fecero crescere un melograno e trasformarono il padre in nibbio, un uccello che mai si posa sulle fronde della pianta.

Il mito più famoso è però quello di Kore, spesso rappresentata con un frutto (o fiore) di melograno in mano. La leggenda ci racconta che il suo rapimento da parte di Ade avvenne con il consenso di Zeus.
L'ira di Demetra, affezionata madre della giovane rapita, non consentì più ai frutti di maturare sulla terra, perciò il Dio di tutti gli Dei fu costretto a rivedere le sue posizioni e obbligò Ade a liberare la sua prigioniera, anch'essa ormai divenuta Signora dei Morti (non più Kore ma Persefone). Prima di abbandonare il regno di Ade però fu convinta da questo a mangiare i frutti del melograno. Questo la costrinse ogni anno a discendere negli inferi e a regnare con il suo signore.

Persefone e il melograno (Dante Gabriel Rossetti, 1874)