martedì 9 giugno 2020

Step 14 - VIAGGIO NEL TEMPO: LA RIVOLUZIONE DELL'OTTOCENTO

Per il mondo della tintura moderna, il XIX secolo rappresentò il punto di svolta. Fino a quel periodo, i coloranti e pigmenti, a prescindere dall'origine vegetale, animale o minerale, erano comunque forniti dalla natura. La rivoluzione avvenne nel 1856, anno in cui William H. Perkin, chimico inglese, attuò in maniera quasi accidentale la prima sintesi artificiale di un colorante.

Impegnato in una ricerca farmaceutica presso il Royal College of Chemistry, il suo compito originale era quello di sintetizzare la chinina, sostanza utilizzata per curare la malaria. Il procedimento, che prevedeva l'ossidazione di alcune ammine aromatiche, produceva precipitati molto colorati. L'attenzione del novello chimico, in particolare, si rivolse ai prodotti della reazione tra bicromato potassico e anilina, i quali furono in seguito oggetto del brevetto depositato il 26 agosto 1856: Perkin aveva appena sintetizzato il primo colorante, chiamato porpora di anilina o Mauve.


Primo tessuto in porpora di anilina


La linea produttiva era ben delineata: dal benzene al nitrobenzene, dal nitrobenzene all'anilina, dall'anilina alla porpora di anilina. In particolare, il benzene si ricavava dal catrame attraverso distillazione frazionata (Charles Mansfield), il nitrobenzene era già stato ottenuto da Eiihard Mitscherlich, mentre la riduzione di quest ultimo ad anilina si deve agli studi di Nikolaj N. Zinin.
Risolti alcuni problemi strutturali ed organizzativi, Perkin mise in moto una nuova industria, che si occupava di tutte le diverse fasi, dall'acquisizione delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, ottenendo un immenso successo.


Francobollo Vittoriano tinto in Mauve



In questo modo iniziò il declino delle tinte naturali e la progressiva sostituzione con i coloranti sintetici: magenta, blu di metilene, verde malachite, rosso Congo e così via. Una delle prime industrie impegnate di questo campo fu la tedesca BASF (fondata nel 1865), a cui si deve anche la sintetizzazione del colore indaco.




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