In questo articolo, ci dedicheremo alla trasposizione dell'arte tintoria nel mondo della pellicola cinematografica. L'accezione che il termine "tingere" assumerà in questo contesto è quella cosmetica ed il personaggio che andremo ad analizzare è uno dei più iconici e colorati "cattivi" del mondo dei supereroi: il Joker.
La storia cinematografica è densa di pellicole riguardanti Batman e la sua principale nemesi. Diversi attori hanno interpretato questo ruolo, ognuno sotto un punto di vista differente, ma la particolarità che però rimane intatta sin dal primo film e che rende il personaggio protagonista di questo post è l'aspetto esteriore: così come non esisterebbe Bruce Wayne senza Joker, non potrebbe esistere un Joker diverso dall'uomo ridarello vestito di viola, con volto dipinto di bianco e rosso e capelli tinti di verde.
L'ultimo film dedicato a questa iconica figura (per cui il protagonista, Joaquin Phoenix, si è meritato l'Oscar) si discosta dalle linee guida seguite in precedenza, in quanto narra le sue origini facendone emergere il lato più "umano". Arthur Fleck, infatti, prima di essere Joker non è altro che un uomo dei bassifondi, affetto da depressione e preda del degrado e della disuguaglianza sociale.
La scena che ci apprestiamo a vedere può essere vista come il punto di svolta nella storia: Arthur mette in atto il vero e proprio cambiamento, sia caratteriale che estetico.
Nessun commento:
Posta un commento